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NEWS CINEMA E SPETTACOLO

16/09/2009
SAM RAIMI DA “LA CASA” A “DRAG ME TO HELL” – ANALISI CRITICA DEL LAVORO DEL REGISTA
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Sono passati 28 anni da quando un giovane regista riuscì, con un budget risicato ($300'000), a realizzare uno dei film preferiti dagli amanti dell’horror: La Casa. L’ironia era allora solo accennata, lo splatter ancora non esagerato, e gli attori sconosciuti, ma ci si rese subito conto delle potenzialità dell’allora 22enne Sam Raimi. Dopo il non eccelso Crimewave, dai modesti incassi, nel 1987 torna al film che lo ha reso famoso, con un budget 10 volte quello del precedente, realizza “La Casa 2” in parte seguito, in parte remake, del primo film. Bruce Campbell (l’attore che interpreta Ash e che purtroppo non è riuscito mai ad avere il successo che merita) è in stato di grazia in questo film in cui Raimi riesce finalmente ad esprimere la propria vena dissacratoria sfruttando e deridendo allo stesso tempo i luoghi comuni dell’horror. Tra streghe, mani animate, motoseghe, fucili, citazioni, spettri, sangue e scheletri danzanti il nostro eroe tenterà di cavarsela e di recuperare “il libro”. Nel 1990 dirige “Darkman”, atto d’amore verso i supereroi fumettistici, dimostrando ottime capacità nello gestire anche scene d’azione e rifiutando l’idea dell’attore come star: Liam Neeson passerà molte scene coperto dalle bende. Nel 1992 decide di tornare sul personaggio che l’ha reso famoso, con una motosega al posto della mano destra, un fucile e un’automobile, Ash si ritrova in un medioevo fantasy. Totalmente differente dai due precedenti film della serie “L’Armata delle Tenebre” è un perfetto connubio tra azione e storia, si ride, ci si emoziona, dimostrando di non voler rimanere attaccato a quello schema che l’aveva reso famoso, ma di voler continuare ad esplorare quello che il mondo del cinema e della fantasia hanno da offrire. Nel 1995 riesce a riunire un cast enorme (Sharon Stone, Gene Hackman, Russel Crowe allora in ascesa e un quasi esordiente Leonardo Di Caprio) per stavolta rielaborare il mito del west: “Pronti a Morire”. Un western falso ma emozionante, in cui lo stesso meccanismo applicato con l’horror non sembra funzionare perfettamente, rimane comunque un buon film che vale la pena di essere visto. Dopo i non eclatanti “Soldi Sporchi” e “Gioco d’amore”, che rimangono comunque importanti per chiunque decidesse di seguire il percorso artistico di Raimi, nel 2000 ritenta col soprannaturale dirigendo “The Gift – Il Dono”, film che però non entusiasma i fan, e che, nonostante la presenza di Cate Blanchett, non riesce mai a decollare o ad appassionare veramente, con una soluzione anche abbastanza prevedibile. Nel 2002 riesce ad ottenere, dopo l’abbandono di James Cameron, la regia di “Spider-Man”, film ad altissimo budget e dagli altissimi incassi, il film sul supereroe ragnesco riesce a soddisfare critica, pubblico e fan, sia del regista che del personaggio, riaprendo la strada del cinema per il mondo dei fumetti. Capacissimo di portare l’essenza del personaggio su pellicola, dimostrando abilità nel gestire sia la componente d’azione, che quella romantica, dirigerà due seguiti: Spider-Man 2 del 2004, superiore al primo, che entusiasmerà platee e produttori, e Spider-Man 3 del 2007, che si rivelerà purtroppo una delusione, decisamente inferiore ai due precedenti, con una storia mal gestita e di personaggi ridondanti. Forse era momento di staccarsi dal mondo del fumetto e prima di buttarsi nella realizzazione di Spider-Man 4, previsto per il 2011, e di Warcraft, tratto dal popolare videogioco on-line, ha realizzato “Drag Me To Hell”; un ritorno allo origini? No, non ci si limita ad una riproposizione dei temi della saga di “Evil Dead” (titolo originale della “Casa”) ma si tenta di giocare sull’horror moderno, prendendo di mira i film adolescenziali, ma non parodiando o deridendo, ma sfruttando i luoghi comuni per costruire una storia piena di pathos con picchi di originalità non trascurabili, non il miglior film di Raimi ma sicuramente un ottimo film. Ora attendiamo quello che in futuro ci porterà sullo schermo, sperando che il livello qualitativo resti all’altezza di questo ultimo film, o che ritorni agli “antichi” fasti (i primi due Spider-Man) o che addirittura superi se stesso.

 

Adriano Capasso



NB: Queste News non rappresentano una testata giornalistica in quanto vengono aggiornate senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.20


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